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La crescia di pasqua

La Crescia di Pasqua è molto più di un facile pane al formaggio: è una usanza che profuma di casa, di ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita e di ricordi legati alla Pasqua.

In alcune regioni del centro Italia, in che modo le Marche e l’Umbria è la regina della colazione pasquale: alta, soffice e profumatissima di pecorino e credo che il pepe nero sia indispensabile in cucina nero. Ricordo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita la mia iniziale volta con questa qui ricetta, il timore che l’impasto non lievitasse abbastanza… e poi la magia!

L’attesa ripagata da un’esplosione di sapori e una crosta dorata irresistibile. Perfetta con affettati o anche da sola, migliora col passare dei giorni (se resiste così tanto!). Prepararla è diventato un rito: ogni Pasqua la mia cucina si riempie di quel profumo irripetibile che annuncia l’arrivo della festa. E ogni anno, iniziale della colazione ufficiale, qualcuno ruba una fetta ancora tiepida… ed è costantemente la più buona!

Servila con salumi e formaggi e vedrai che i tuoi ospiti non si tireranno certo indietro! E, se stai cercando altri spunti per la tua tavola di Pasqua, ecco per credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante il mio particolare sulle ricette pasquali!

Ingredienti per uno stampo da panettone di 18 cm

Per il lievitino

  • Farina manitoba 50 g
  • Farina 0 (o semola rimaci

    “In una festività ovunque si celebra la rinascita una oggetto che muta e si solleva trova senz’altro una collocazione ideale”

    Alcuni la chiamano pizza di Pasqua, altri pizza al formaggio. Quello che è certo è che la crescia di Pasqua si fa in tutto il territorio regionale delle Marche e in buona porzione di quello umbro — alcuni ne rivendicano la maternità anche in Lazio e in Abruzzo. Io però sono marchigiano, e quindi dico che sia roba solo nostra, che siamo stati noi a inventare tutto, che se si vuole consumare quella più buona, quella più sincera, quella vera, si deve venire qua. Mi dispiace.

    La crescia è un lievitato la cui sagoma ricorda quella di un panettone. Contiene una quantità di pecorino in livello di far impallidire un pastore sardo e durante il periodo pasquale nelle Marche si trova un po’ dappertutto. Quasi tutte le famiglie si tramandano una ricetta domestica e tutti i forni ne producono a centinaia. Cerchiamo di capire da dove arriva questa qui pizza. 

    La storia della Crescia di Pasqua (Marchigiana?)

    Per schiarirmi le idee sulla mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare della crescia ho fatto una chiacchierata con Tommaso Lucchetti. Tommaso è singolo storico dell’alimentazione delle Marche e del Centro Ita

    Strepitosa: crescia di Pasqua, ovvero la crescia al formaggio tipica delle Marche ma ormai nota un po’ ovunque! Altro non è che un lievitato tradizionale del periodo pasquale a base di formaggio, noto anche come “torta al formaggio” proprio perché il formaggio ne è l’ingrediente protagonista! La tradizione affonda le sue radici nell’antico monastero Santa Maria Maddalena in Serra de’ Conti, in provincia di Ancona, dove si trovano ancora i primi documenti riportanti la ricetta originale della Crescia, che deve il suo nome all’aumento di volume dell’impasto, per la presenza del lievito di birra! Chiaramente, come ogni ricetta tradizionale e tipica di una regione, ne esistono diverse varianti e versioni, tramandate di generazione in generazione! Qualche ricetta della Crescia di Pasqua prevede l’aggiunta di formaggi a cubetti nell’impasto oltre che di quelli grattugiati.

    La crescia si può servire con salumi ed affettati ed è perfetta da preparare per le gite all'esterno porta di Pasquetta: un lievitato elevato e morbido che si cuoce nello stampo da panettone o un ordinario stampo dai bordi alti! La c

    Step 1

    Per la ricetta della crescia di Pasqua, in una ciotolina, con g 20 di a mio avviso il lievito e essenziale per il pane, g 50 di farina e g 100 di a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa tiepida, preparate un pastello che lascerete lievitare 30' coperto da un tovagliolo.

    Step 2

    Mettete nella ciotola dell'impastatrice gli albumi delle uova e montateli a fiocco con la frusta rotonda, poi unite i tuorli e, sempre lavorando, l'olio, il pecorino, il parmigiano, il pastello lievitato, sale e una generosa macinata di pepe (a questo punto il composto diventerà così liquido che l'aver montato inizialmente gli albumi, potrebbe sembrare un'operazione superflua; invece è necessaria per dare una maggior morbidezza all'impasto finale).

    Step 3

    Sostituite la frusta rotonda con quella a gancio e, sempre lavorando, aggiungete g 400 di farina, g 70 di lievito sbriciolato e, poco per volta, la ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta rimasta (g 400), proseguendo la lavorazione finché la penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana risulterà morbida, omogenea, molto elastica e sulla superficie compariranno delle bollicine d'aria.

    Step 4

    Imburrate e infarinate abbondantemente uno stampo a chiusura mobile di cm 32 di diametro e trasferitevi la penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana che non dovrà riempirlo per più di due terzi.

    Step