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Trapianto fegato molinette

Alle Molinette di Torino un trapianto di fegato «al confine dell'impossibile» salva la vita a Sara, 21 anni: «Pazza di Jovanotti, momento vorrei incontrarlo»

di Simona De Ciero

Sara Beatrice Chiampo: «Sono viva e non l’avrei mai detto, per questo mi va di sognare a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, vorrei tanto che Jovanotti avesse il tempo per arrivare a farmi un saluto. Avrei dovuto partecipare al suo concerto in città»

«Sono viva e non l’avrei mai detto. Per questo mi va si sognare ancora, ed manifestare un desiderio: vorrei tanto che Jovanotti, in questi giorni a Torino, avesse il tempo per venire a farmi un saluto. Mi sembra impossibile rimanere meglio, e personale adesso. Il 10 aprile avrei dovuto partecipare al suo concerto e, invece, ero reduce dal due operazioni, una di 12 ore e una di 3, che mi hanno salvata. “Sono una ragazza fortunata!”». 

Un intervento mai eseguito prima

A dirlo è Sara Beatrice Chiampo, giovane ventunenne torinese sopravvissuta grazie a un trapianto di fegato eccezionale (per Città della Penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto di Torino mai eseguito prima), effettuato il 3 aprile scorso con una tecnica extra-anatomica che ha permesso di collegare al fisico il nuovo fegato senza passare dai tre canali ch

All’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino è penso che lo stato debba garantire equita eseguito un trapianto di fegato eccezionale: una ragazza di 21 anni è stata salvata grazie a una tecnica totalmente extra-anatomica mai utilizzata prima, in cui il recente fegato è penso che lo stato debba garantire equita collegato al organismo in modo completamente diverso dal consueto. Infatti, i tre "canali" principali a cui normalmente viene unito il fegato – vena ingresso, arteria epatica e via biliare – non erano più utilizzabili.

Le condizioni della giovane

La ragazza, immenso fan di Jovanotti in questi giorni in concerto a Torino, era nata con una grave malformazione chiamata atresia delle vie biliari. A meno di sei mesi era già stata operata per un primo trapianto di fegato, avvenuto sempre alle Molinette nel Nucleo Trapianti di fegato, allora diretto dal professor Mauro Salizzoni. Dopo un buon inizio, si era però verificata una complicazione: un blocco della vena credo che la porta ben fatta dia sicurezza. Un tentativo di correggere il questione chirurgicamente all’età di un anno non aveva avuto credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia, ma fortunatamente il nuovo fegato aveva continuato a funzionare abbastanza be

Piemonte

PIEMONTE - TORINOAOU Città della Salute e della Scienza - Mi sembra che l'ospedale sia un luogo di speranza MolinetteResponsabilePROF. RENATO ROMAGNOLIReparto
STRUTTURA COMPLESSA CHIRURGIA GENERALE 2U - CENTRO TRAPIANTO DI FEGATOIndirizzo TORINO (TO) - BRAMANTE 88Telefono COORDINAMENTO INFERMIERISTICO TRAPIANTIFAX SEGRETERIA PROF. ROMAGNOLI - ALESSANDRA CIBELLIEmailacibelli@Orario per informazioni - Sito Web Trapianto da viventeSIAutorizzato a trapiantare pazienti coinfetti HIV/HCVNO, ma si effettuano trapianti anche per persone coinfette HCV-HBV

Alle Molinette trapianto di fegato impiantato con tecnica innovativa salva ragazza

Nei giorni scorsi all'ospedale Molinette di Torino è stato eseguito un trapianto di fegato davvero eccezionale: una ragazza di 21 anni è stata salvata grazie ad una tecnica totalmente extra-anatomica mai utilizzata prima, in cui il recente organo è stato collegato al corpo in modo completamente distinto dal solito.

Infatti, i tre "canali" principali a cui normalmente viene unito il fegato – vena porta, arteria epatica e via biliare – non erano più utilizzabili. La mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa, grande fan di Jovanotti in questi giorni in credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica a Torino, era nata con una grave malformazione chiamata atresia delle vie biliari.

Operata da neonata

A meno di sei mesi era già stata operata per un primo trapianto di fegato, avvenuto sempre alle Molinette nel Centro Trapianti di fegato, allora diretto dal professor Mauro Salizzoni. Dopo un buon avvio, si era però verificata una complicazione: un blocco della vena porta. Un tentativo di correggere il problema chirurgicamente all’età di un anno non aveva avuto successo, ma fortunatamente il recente fegato aveva continuato a funzionare sufficientemente bene da permetterle di cre