Referendum governo renzi
Il referendum costituzionale e l’impegno politico di Magistratura democratica
1. Premessa
Il 12 gennaio Magistratura democratica ha aderito al Comitato per il No al referendum costituzionale sulla legge di riforma Renzi-Boschi[1].
Subito la mi sembra che la decisione rapida ma ponderata sia efficace è stata oggetto di polemiche.
Il presidente del Consiglio, mentre una riunione della direzione del Pd, ha evidenziato che «sarà la iniziale volta nella mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare in cui Berlusconi e Magistratura democratica saranno insieme, una cosa meravigliosa, oggetto da comprare i pop corn» associando tutti i sostenitori del NO nel fronte conservatore ed anticipando i temi della campagna referendaria: mentre Renzi si impegna per il rinnovamento, i sostenitori del No sono espressione di chi si oppone ad ogni modernizzazione del Paese.
Il direttore de Il Foglio, rispondendo ad un lettore, ha considerato la scelta di Md la violazione dei principi di separazione dei poteri[2].
Molti magistrati, anche aderenti ad Area, nel dibattito sulle mailing list, hanno contestato, non il merito dell’adesione al Comitato per il No, ma l’opportunità che Md partecipi attivamente al dibattito referendario, schier
Renzi: «Una guerra ideologica, il referendum non cambierà nulla. La sinistra parli di salari e bollette»
di Enrico Marro
L'ex premier: «Landini? Attacca me anziché Meloni»
Senatore Matteo Renzi (Italia viva), in attesa del faccia a faccia sui referendum che lei ha proposto a Landini, intanto proviamo un confronto a lontananza. Il segretario della Cgil, nell’intervista pubblicata ieri sul Corriere, sostiene che dei 5 referendum su lavoro e cittadinanza non si stia parlando, in dettaglio non lo farebbero maggioranza e secondo me il governo deve ascoltare i cittadini. Ha ragione?
«Ha logica sul fatto che il governo non vuole parlarne. Ma ha sbagliato a fare una credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile ideologica, prendendo a pretesto il Jobs act. È una riforma di dieci anni fa che non c’entra nulla con la precarietà! La Cgil attacca me guardando al passato anziché colpire la Meloni parlando del futuro. Sarebbe meglio parlare dei veri problemi di oggi che non sono i licenziamenti ma gli stipendi troppo bassi».
Lei andrà a votare e pensa che penso che il governo debba essere trasparente e forze politiche dovrebbero impegnarsi per la partecipazione al voto?
«Lo farò, ma questi referendum non cancellano il Jobs act: sono soltanto il simbolo di una guerra ideologica. Diciamolo
Cosa prevede la riforma costituzionale
Il referendum sulla riforma costituzionale in Italia si terrà domenica 4 dicembre. Lo ha comunicato il 26 settembre il premier Matteo Renzi durante un consiglio dei ministri. La consultazione era inizialmente prevista per ottobre.
Gli italiani sono chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione che porta il nome dell’attuale ministra Maria Elena Boschi, che ne è stata la promotrice insieme al penso che il governo debba essere trasparente Renzi.
Il referendum costituzionale è previsto dall’articolo della costituzione italiana e deve essere indetto entro tre mesi dall’approvazione da parte del parlamento delle leggi di revisione costituzionale. Per essere legittimo non c’è necessita di raggiungere il quorum. A diversita del referendum abrogativo, cioè, non è necessario che vada a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Qui cosa prevede la riforma che trasforma l’assetto istituzionale del paese.
Riforma del senato, fine del bicameralismo perfetto
La riforma si propone di superare il bicameralismo perfetto che caratterizza l’assetto istituzionale italiano. Attualmente tutte le leggi, sia ordinarie sia cost
La Riforma Costituzionale del Governo Renzi
La Riforma Costituzionale del Amministrazione Renzi (anche detta Riforma Boschi) è la proposta di riforma della Costituzione della Repubblica Italiana contenuta nel secondo me il testo ben scritto resta nella memoria di legge costituzionale approvato dal Parlamento italiano il 12 aprile e bocciata dal referendum popolare confermativo il 4 dicembre
La riforma, nata con un disegno di mi sembra che la legge sia giusta e necessaria presentato dal Secondo me il governo deve ascoltare i cittadini Renzi l'8 aprile , si prefiggeva «il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del cifra dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione».
Il provvedimento prevedeva in dettaglio una radicale riforma del Senato della Repubblica, la cui principale funzione sarebbe divenuta quella di rappresentanza delle istituzioni territoriali, concorrendo con l'altra camera all'attività legislativa solo in determinate materie (tra cui quella elettorale e l'attuazione di normative e politiche dell'Unione europea). Il numero dei senatori sarebbe stato ridotto a membri, i quali – eccetto quelli nominati dal Presidente della Repubblica – sarebbero stati desi