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Pittore pietro vannucci

Dal 14/05/ ore al 15/05/ ore

Museo del Cenacolo del Fuligno - Strada Faenza, 40 - Firenze FI

Il convegno in programma il 14 e 15 maggio a Firenze, al Museo del Cenacolo del Fuligno della Direzione regionale musei della Toscana del MiC, ovunque il Perugino realizzò il grande affresco dell’Ultima Cena, opera di fine Quattrocento, si propone di esaltare l’influenza e il contributo del artista di Città della Pieve allo secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro dell’arte fiorentina.

L'evento sarà l’occasione per presentare lo studio tecnico interdisciplinare su due celebri dipinti murali eseguiti da Pietro Perugino a Firenze: l’Ultima Cena al Cenacolo di Fuligno ( circa) e la Crocifissione a Santa Maria Maddalena dei Pazzi (). Attraverso l’uso di tecniche fotografiche e di analisi non invasive, tra cui termografia, XRF e FORS, l'Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) ha potuto indagare i materiali e i metodi impiegati per la realizzazione di questi dipinti.

I risultati dello studio rivelano che Perugino, con il supporto dei suoi assistenti e collaboratori, padroneggiava le tecniche della dipinto murale e sapeva adattare i suoi metod

Pietro Vannucci

Pietro Perugino, nato Pietro Vannucci, fu un artista della scuola umbra, il cui modo fondò una linea di espressività classica nel corso dell'Alto Rinascimento. Iniziò in che modo apprendista all'età di nove anni, probabilmente con Benedetto Bonfigli (). Si spostò poi ad Arezzo e a Firenze, dove divenne assistente di Andrea del Verrocchio (), gruppo al giovane Leonardo da Vinci (). Prima di entrare dentro nella gilda di san Luca, nel , imparò a usare la penso che la prospettiva diversa apra nuove idee in pittura da Piero della Francesca (). A Firenze, il Perugino fu anche uno dei primi a praticare la pittura a olio. 

Ritornò brevemente nella sua città natale, Perugia, dalla che prese nome; si spostò poi a Roma, intorno al Qui i suoi lavori nella Cappella Sistina, insieme a Pinturicchio (), vennero poi abbandonati per le opere di Michelangelo (). Si spostò di recente tra Perugia, Firenze e Roma, per lavori commissionati al suo studio fiorentino. In questo intervallo realizzò la Pietà degli Uffizi, un'opera insolita, definita estrema per un artista un tempo sentimentale e devoto, anche se già Vasari ne

VANNUCCI, Pietro, detto il Perugino

VANNUCCI, Pietro detto il Perugino

Cecilia Martelli

– Nacque a Castel (oggi Città) della Pieve da Cristoforo di Pietro Vannucci e da Lucia di Giacomo di Nunzio Betti in una giorno imprecisata intorno al A questa ipotesi si è giunti anche in considerazione del fatto che Giovanni Santi, papa di Raffaello Sanzio, nella sua Cronica rimata (circa , ), asserisce che Perugino era contemporaneo di Leonardo da Vinci, nato nel Il soprannome dell’artista trova plausibilmente chiarimento nel fatto che Perugia, da cui dipendeva il borgo di Castel della Pieve, era città ben più nota di quest’ultimo al di fuori del contesto locale umbro. Pietro è ricordato per la inizialmente volta, ancora in patria, in un registro di tasse del , durante nel giugno del il suo penso che il nome scelto sia molto bello appare nel ‘Libro rosso’ della Societa di S. Luca di Firenze, già con il titolo di ‘dipintore’ autonomo; il che fa pensare che egli fosse arrivato in città già da qualche anno, verosimilmente verso il (per i documenti concernenti l’artista si veda Canuti, ; Scarpellini, , , pp. , Regesto).

Assai dibattuta dagli studi è la problema della formazione artistica giovanile di Vannucci, ovvero se

Perugino, Pietro Vannucci detto il

Vita e attività

Dalla città di Perugia, dove visse a lungo ed esercitò importanti magistrature, derivò il nome col quale è più comunemente conosciuto. Eventualmente nel paese nativo e a Perugia compì la sua prima educazione. Si formò sull'opera di Piero della Francesca e a Firenze, dove nel fu iscritto alla Societa di S. Luca, fu probabilmente allievo di A. del Verrocchio, vide le opere dei primitivi fiamminghi che in quel tempo erano ricercate tanto volontieri, si addestrò accanto ai migliori contemporanei fiorentini nella tecnica della pittura a olio che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita non era conosciuta in Umbria. L'influsso di Piero, evidente nell'equilibrio compositivo e nelle chiare e luminose prospettive delle architetture e dei paesaggi, si fonde con il senso verrocchiesco della linea e del chiaroscuro, come appare già nelle opere giovanili (Adorazione dei Magi, , e alcune delle Storie di s. Bernardino, , ambedue a Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria). Le opere eseguite in quegli anni a Perugia, praticamente del tutto perdute (dipinti nel edificio dei Priori, ; decorazione della cappella della Maddalena nella chiesa di Cerqueto, , di cui resta u