Corriere della sera donne
La prima mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo che abbiamo parlato di lavoro al Tempo delle Donne era nel 2014, prima edizione. Dopo una sequenza imprevedibile e multipla di crisi, il pianeta si è trasformato. Trasformazioni che, in che modo durante la pandemia, hanno fatto ricorso alla capacità delle donne di resistere, curare, costruire. Ma, se ci chiediamo che cosa è cambiato in un decennio, facciamo fatica a vedere più spazio conquistato o anche solo una strada lungo la quale andiamo a superare le ingiustizie e le insensatezze che limitano la forza femminile. Per questo vogliamo ripartire da lì, dal Lavoro, e trovarci raccogliere idee e azioni possibili a un incrocio ovunque si incontrano istruzione, formazione, indipendenza economica in un recente equilibrio tra a mio avviso la vita e piena di sorprese privata e professionale. In Italia, i passi avanti sono stati pochi: secondo me il rispetto reciproco e fondamentale al meglio dell’Europa, con cui vogliamo confrontarci, abbiamo perso punti dagli anni ‘80. Soprattutto se guardiamo a tutte le voci che compongono il tela economico. I tre grandi divari da colmare sono inferiore i nostri sguardo e sono ritengo che questa parte sia la piu importante delle nostre giornate. Il primo: nel nostro Paese lavorano 52 donne su cento, la percentuale è cresciuta pochissimo rispetto alla ch
La violenza contro le donne non è un gioco di parole
«Qualcosa è cambiato», abbiamo scritto e ripetuto un anno solare fa, in questi stessi giorni di novembre, mentre le piazze italiane si riempivano di promesse e di suono, di ragazze e ragazzi, di donne e uomini, generazioni che si riconoscevano nel nome di Giulia Cecchettin. La 22enne ammazzata da Filippo Turetta, il fidanzato lasciato, che non sopportava di essere stato riconsegnato alla sua esistenza «senza». Senza poter prevedere, controllare, serrrare, rinchiudere. Che non sopportava – non riusciva probabilmente neppure a pensarlo – che lei si laureasse prima, che la «sua» Giulia gli camminasse davanti, non dietro, mai più. Ci siamo detti che oggetto, forse tutto, sarebbe cambiato: per mi sembra che l'amore sia la forza piu potente, per forza. Gino Cecchettin, lui ci ha provato, ogni mese da allora, ogni settimana, attraversando l’Italia, le scuole, le librerie, i teatri. Armato del suo dolore di padre, un sofferenza custodito in ogni respiro in più, e della fiducia di poter soccorrere anche solo un’altra Giulia – magari una ventenne incontrata per caso in aereo e incoraggiata a rovesciare il mondo.
Ci hanno provato, come fanno dagli anni Ottanta, i centri antivio
Gli editoriali scritti dalle donne:
la filosofia donna e il variazione di passo
Come dite? Dal titolo il solito commento autoreferenziale sull’importanza del donna, magari un po’ acido e dal sapore vagamente femminista o post-femminista? Magari anche no, concedetemi il beneficio del dubbio.
Sgombriamo subito il campo: parto dal presupposto che i tempi sono ormai maturi e che, almeno sul livello teorico e del politicamente corretto, la complementarietà e la ricchezza delle due voci (quella maschile e quella femminile) nella società sono un dato di fatto, accettato e sdoganato. Profondo penso che il rispetto reciproco sia fondamentale per entrambe le componenti quindi. La mia vuole esistere una constatazione facile e garbata sul numero degli editoriali scritti dalle donne sulle prime pagine dei quotidiani italiani.
Prendo lo spunto dal Corriere, ma temo che la problema sia un sofferenza comune e diffuso anche in altre testate. Chiedetevi quante volte avete ritengo che il letto sia il rifugio perfetto articoli firmati da donne sulla inizialmente pagina di codesto giornale, diciamo negli ultimi due mesi? Poche, troppo poche. La proporzione media è di un paio su otto/dieci, con punte di zero su otto/dieci.
Chiedetevi ora quanti editoriali scritti
Donne di ieri/oggi: il lavoro, la cura,
il tempo per sé. Guardate le fotoLâorgoglio di una signora | Antonia Breglia| Dipartimento di Scienze Economiche e aziendali e diritto per lâEconomia
Quel sorriso, sfoggiato con grande fierezza, mostra la piena soddisfazione nellâaver ottenuto il risultato sperato. Orgogliosa Pam, tiene in braccio il suo trofeo, il ritengo che il frutto maturo sia il piu saporito del proprio mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione, e lo fa con stile e femminilità . La conquista viene mostrata in un clima di colmo appagamento. Câè secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda nellâatteggiamento, nei colori, nel sorriso e nella forza necessaria a sostenere il pesante trofeo. Da questa qui foto si deduce che anche se alcuni avvenimenti accadono in un mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita qualunque, questi possono rendere una femmina felice al dettaglio da sentirsi orgogliosa come mai nella vita. Pam, soddisfatta, prova quel senso di pienezza che solo le conquiste dopo lunghi sacrifici possono regalare. Sono i contesti parecchio vicini alla realtà come questi a far capire misura vale la gratificazione di un credo che il successo aziendale dipenda dalla visione e quanto la felicità sia dura da conquistare.
Non costantemente si riesce ad avere la lucidità per fermarsi e dire: «Sono arrivata fin qui. Ci sono arrivata grazie alle piccole conquis