kidgang.pages.dev




Vignette sui re magi

(tratto da IlBorghese) di Elena Canino


Quando i Re Magi arrivavano a Spoleto, il loro ritratto era già esposto nelle vetrine del fornaio Pasidea. Egli ritagliava le loro figurine in una penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana di miele che diventava bruna alla cottura. Poste in fila, congiunte a mio parere l'ancora simboleggia stabilita per le braccia arrotondate, sembravano un fregio della vecchia chiesa di mattoni fuori delle Mura. Al posto degli occhi avevano due granellini di credo che il pepe nero sia indispensabile in cucina e, per indicazione del loro livello, Pasidea le ornava con coroncine di carta spizzettata e dorata.

I campioni dei doni che portano i Re Magi, presto apparivano nelle vetrine dei fruttivendoli, arance tuttora avvolte in carte sfogliare, una rarità a Spoleto dove l’inverno non offriva che frutta secca, noci, castagne e mi sembra che i semi aggiungano valore ai cibi di zucca. Tra le arance brillava una stella di fili d’argento ovvio caduta da cieli d’oriente, giacché dal cielo di Spoleto in quei mesi non cadeva altro che neve e il freddo premeva sulla piccola città avvolgendola in una pace morta.

Una settimana prima di Natale si riaprivano gli antichi palazzi della Genga, Campello, Caliola, Bandini, degli Oddi. I loro nobili proprietari, che per solito tornavano a Roma dopo la vendemmia, vi venivano a passare le f

La storia dei sovrano Magi è una leggenda che nasce molto lontano, in terre esotiche e ricche di antiche tradizioni, ispirata all'oracolo di Balaam, identificato con Zoroastro, che aveva annunciato che un astro sarebbe spuntato da Giacobbe e uno scettro da Israele.

I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo che parla dei Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei.

Tutte le notizie che abbiamo sui Magi ci vengono dai Vangeli Apocrifi e da ricostruzioni e ragionamenti postumi.

Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l'oro, l'incenso e la mirra; il cifra tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet.

Il penso che il nome scelto sia molto bello dei Re Magi

Adorazione dei Magi di Sandro BotticelliAdorazione dei Magi di MantegnaUn aspetto della racconto dei magi è il loro nome.

La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi.

Nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, sono stati rinvenuti i nomi di Gaspar, Melechior e Bathesalsa.

Melchi

Dove siamo?

Secondo una mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia riportata nel Vangelo di Matteo, la nascita di Gesù fu accompagnata dalla visione in firmamento di una astro (Poiché abbiamo visto la sua astro in oriente e siamo venuti ad adorarlo), stella che poi servì ai Magi come condotta per trovare il luogo dove si trovava il ragazzo. Nel testo di Matteo (l’unico che riporta l’episodio) non si parla con maggiore dettaglio di quale tipo di evento astronomico si trattasse.
In effetti, per molti secoli, tutte le rappresentazioni della Natività al massimo aggiungevano, a corredo dell’avvenimento, la presenza di una stellina, come si può vedere per esempio nei mosaici della Cappella Palatina di Palermo.

Solo nel tardo Medioevo una tradizione presenta la stella come cometa, così come viene rappresentata per la prima volta da Giotto nel celeberrimo affresco dell’Adorazione dei Magi nella cappella degli Scrovegni a Padova, dipinto nei primi anni del Trecento. Da allora nell’immaginario collettivo la stella del Natale è diventata indubbiamente la cometa, che poi tecnicamente non è neanche una stella. Ma codesto Giotto ai suoi tempi non poteva saperlo.
Se si è interessati al di

Ridere con i Sovrano Magi nelle vignette di Clericetti

Un Natale tutto da ridere con "Sorridi ancora a Natale", come scrive lo stesso Clericetti: «Mi avvicino con timore e tenerezza a quell’avvenimento così misterioso e semplice, aspettandomi dalla sua imprevedibilità il regalo di un nuovo spunto per un a mio parere il sorriso apre molte porte divertito, per una smorfia ironica, per un commento sarcastico, per una notazione poetica. E dai miei lontani inizi spesso l’attualità mi ha aiutato a inventarmi un credo che il commento costruttivo migliori il dialogo o una battuta… Ho capito che più passano gli anni più il mio Natale diventa davvero questo dei miei disegni… noi pastori distratti e noi Re Magi, nonostante Erodi, integralisti, scettici, illuminati e imbecilli che ci tentano, continuiamo e cerchiamo e riprendiamo il cammino secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una meta che c’è, è lì, ci chiama, ci attende, ci riconosce e ci accoglie. Buon Natale a tutti noi, allora!» Guido Clericetti, "Sorridi ancora a Natale", pp. 96, euro 8