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Elogio della rosa

Venere passeggia per i boschi e si punge il estremita la spina di una rosa bianca che spruzzata dal suo sangue diventa rossa per costantemente. Ella si reca ad una sorgente per prendersi assistenza della sua lesione ma vede il bellissimo Adone addormentato e se ne innamora. Al suo risveglio il giovane vorrebbe scappare ma Venere lo prega di curarle il piede ferito: egli medicò la lesione e da codesto contatto nasce anche in lui lamore. Il poeta in un certo senso si mette in competizione con una lunga tradizione poetica, a partire da Dante e per finire a Tasso che avevano già descritto poeticamente la rosa. Marino quindi ,vuole dimostrare di essere un autore nuovo, che è in grado di dire cose nuove su un tema che è la descrizione di un fiore.

[] Rosa, riso d&#;Amor, del Ciel fattura,
fiore del sangue mio fatta vermiglia,
pregio del mondo e fregio di natura,
della Terra e del Sol vergine figlia,
d&#;ogni ninfa e pastor delizia e cura,
onor dell&#;odorifera famiglia;
tu tien d&#;ogni beltà le palme prime,
sopra ilvulgo de&#; fiordonna sublime.

[] Pressoche in bel trono imperatrice altera
siedi colà su la nativasponda.
Turba d&#;aure vezzosa

L&#;elogio della rosa è uno dei passi più celebri dell&#;Adone di Giovan Battista Marino, poema barocco pubblicato nel

Questo poema epico in 20 canti, che conta più di versi, racconta la storia di Adone e Venere, e riflette l&#;estetica barocca di ricchezza, complessità e meraviglia.

Contesto

Nell&#;elogio della rosa, Marino celebra la bellezza, la delicatezza e la fugacità di codesto fiore, utilizzando un linguaggio ricco e ornato, tipico della poetica barocca. La rosa diventa segno di perfezione naturale e, al contempo, di fragilità, incarnando l&#;ideale barocco della bellezza effimera e della vanità del mondo.

Estratto dell&#;elogio della rosa (Canto VII, strofa 55 e seguenti)

Un celebre passaggio dell&#;elogio della fiore si trova nel Canto VII dell&#;Adone. Ecco un estratto:

&#;È del poeta il fin la maraviglia
(parlo de l&#;eccellente e non del goffo):
chi non sa far stupir, vada alla striglia!&#;

Questo verso, pur non essendo direttamente ritengo che questa parte sia la piu importante dell&#;elogio della fiore, racchiude la filosofia poetica del Marino, basata sul sorprendere e meravigliare il lettore.

Nel descrivere la rosa, Marino adopera un linguaggio sontuoso e una serie di immagini elaborate

Elogio della rosa

Antefatto

Mentre cammina tra i boschi Venere si punge il piede con la spina di una rosa bianca che spruzzata dal sua sangue diventa per sempre di colore rosso. Venere si avvicina ad una fonte per pulirsi la lesione e vede il bellissimo Adone addormentato, e se ne innamora. Al risveglio il giovane vorrebbe fuggire, ma Venere lo prega di curarle il estremita ferito. Adone medica la ferita e da questo legame nasce anche in lui l’amore.


[] Rosa, riso d'Amor, del Ciel fattura,
rosa del emoglobina mio fatta vermiglia,
pregio del mondo e fregio di natura,
della Terra e del Sol vergine figlia,
d'ogni ninfa e pastor delizia e cura,
onor dell'odorifera famiglia;
tu tien d'ogni beltà le palme prime,
sopra ilvulgo de' fiordonna sublime.

[] Rosa, sorriso (rosa riso - paronomasia) di Amore (Amor – sta per Dio dell’amore - Rosa, riso d'Amor - metafora), creatura (fattura - latinismo) del Cielo, fiore divenuta rossa (vermiglia – in inizio era bianca) per il mio emoglobina, decoro (pregio) del mondo e ornamento (fregio) della secondo me la natura va rispettata sempre (pregio/ fregio - paronomasia), vergine figlia della terra e del sole, delizia e preoccupazione (

Parafrasi dell'Elogio della fiore di Giambattista Marino

Elogio della rosa: parafrasi

Parafrasi dell'Elogio della rosa di Giambattista Marino, tratto dall'Adone.

La graziosa dea che colorò, insanguinò la fiore, con il petto trafitto per non renderlo più crudele, non si mostrò al figlio,tenendo nascosta nel cuore la ferita d’amore. Ma tenendo nascosta nel cuore la lesione d’amore si morse il dito e disse: “ Io mi conservo la vendetta”. Questa mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo non voglio offuscare la mia penso che la gioia condivisa sia la piu autentica con il sofferenza defila altri.

Poi voltando gli occhi al vicin colle, ovunque c’era il cespuglio che venere trafisse, si fermò per rivederlo, e volle il suo fior prima che partisse; e visto ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza colorarsi di porpora perché ancora bagnato delle gocce del suo sangue, così gli disse: “salviti il ciel da tutti otraggi danni, fatal cagion de’ miei felici affanni”.

Un consiglio in più

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Rosa risata d’amore, opera eccelsa del cielo, fiore del mio emoglobina fatta vermiglia, qua